Per affrontare il tema del legame tra Arte e Storia, bisogna comprendere che da sempre l'uomo ha utilizzato l'Arte rapportandola al suo tempo e all'ambiente in cui viveva. Fin dai primi graffiti realizzati nelle caverne, l'uomo ha inseguito un linguaggio che fosse insieme comunicazione e rappresentazione. Nelle grandi cattedrali del medioevo gli affreschi avevano la funzione di indottrinare il popolo, fornire informazioni a chi non era in grado di leggere e comunicare i dogmi fondamentali della chiesa. L'Arte era totalmente al servizio del pensiero religioso dominante. Solo con l'avvento della Riforma l'attenzione si è spostata dalle iconografie tradizionali verso i testi sacri ed in modo particolare il Vangelo. La Chiesa cattolica dal canto suo con la Controriforma dettò i canoni a cui anche l'Arte doveva piegarsi nella rappresentazione del Sacro e da ciò derivò il barocco con le sue linee complesse e la sua ridondanza.  Per secoli la Chiesa è stato il primo committente per la realizzazione di opere d'arte. Una committenza che ovviamente richiedeva da parte dell'artista, una totale osservanza dei canoni del tempo. Certo non tutti rispettavano appieno queste regole, anzi, pensiamo per esempio alle rappresentazioni sacre proposte da Caravaggio. Nei suoi dipinti i personaggi hanno i caratteri e le sembianze di uomini terreni molto vicini ai vizi più che alle virtù. Oppure pensiamo ai 7 Vizi Capitali e al Giardino delle Delizie Terrene di Hyeronimus Bosch, qui gli uomini sono visti nelle loro deformità e totalmente prigionieri delle loro bassezze. Tutto molto lontano dai canoni rinascimentali, dove l'idealizzazione delle figure rivela la tendenza al neoplatonismo e alla ricerca di un mondo ideale.  Si pensi alla Città Ideale di Leon Battista Alberti , intesa non solo come luogo del corpo, ma anche dello spirito.  (...CONTINUA)